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Fulgenzio Ferrando

Fulgenzio Ferrando fu canonista e teologo della Chiesa africana nella prima metà del VI secolo.

Biografia

Era un diacono di Cartagine e probabilmente accompagnò il suo padrone e mecenate, Fulgenzio di Ruspe, all'esilio in Sardegna, quando i vescovi della Chiesa africana furono banditi dalle loro sedi dal re ariano dei Vandali, Thrasamund. Dopo la morte di Thrasamund e l'adesione di Hilderic, nel 523, agli esiliati fu permesso di tornare, e Fulgenzio, sebbene solo un diacono, acquisì presto una posizione di grande importanza nella Chiesa africana. Fu frequentemente consultato in merito ai complessi problemi teologici dell'epoca ed era conosciuto come uno dei più discutibili campioni dell'ortodossia nella cristianità occidentale.

Per nessun desiderio, fu costretto a prendere parte attiva alla controversia causata dalla condanna dei Tre Capitoli da parte dell'imperatore Giustiniano. Su richiesta di papa Vigilio, i diaconi romani Pelagio e Anatolius sottoposero le domande relative alla censura dell'imperatore delle opere di Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e Ibas di Edessa, chiedendo allo stesso tempo di porre il importa davanti ai vescovi africani. Ferrandus si dichiarò subito nel modo più enfatico di arrendersi agli schemi dell'imperatore (Ep. Vi, ad Pelagium et Anatolium diaconos). La sua decisione incontrò l'approvazione di Rustico, arcivescovo di Cartagine, e fu successivamente ratificato dal consiglio dei vescovi africani presieduto da Rustico, e in cui fu concordato di interrompere tutte le relazioni con papa Vigilio. Ferrandus morì poco dopo questo evento e prima che il Secondo Concilio di Costantinopoli fosse convocato nel 553.

scritti

Le sue opere sono per lo più di carattere dottrinale. Difese le dottrine trinitarie contro gli ariani e si occupò inoltre della questione delle due nature in Cristo, con il battesimo e con l'Eucaristia. Redigeva una "Breviatio Canonum Ecclesiasticorum" in cui sintetizzava in duecentotrentadue canoni l'insegnamento dei primi concili ecumenici concernenti il ​​modo di vivere di vescovi, sacerdoti, diaconi e altri ecclesiastici e della condotta da osservare verso ebrei, pagani ed eretici.

Su richiesta del Comes Reginus (che era probabilmente governatore militare del Nord Africa) scrisse anche un trattato sulla regola di vita cristiana per i soldati, in cui stabiliva sette regole che spiegava e inculcava e dava prova della sua pietà e saggezza pratica.